La pertosse, una malattia respiratoria altamente contagiosa, sta registrando un preoccupante aumento in Europa e in Italia, incluso l’Alto Adige. “Nei primi sei mesi del 2024 l’Azienda Sanitaria della Provincia di Bolzano ha registrato più di 100 segnalazioni”, ricorda il Dott. Giuliano Piccoliori, Responsabile Scientifico dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano. Piccoliori risponde alle domande più urgenti sulla pertosse, fornisce consigli per la prevenzione, informa sul trattamento e la vaccinazione.
Che cos’è la pertosse e quali sono i suoi sintomi principali?
La pertosse – detta anche tosse convulsa, tosse canina o “tosse dei 100 giorni” – è un’infezione delle vie respiratorie molto contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis. Questa malattia si manifesta in tre stadi distinti:
Stadio catarrale: È simile a un raffreddore, con sintomi come naso che cola, occhi rossi e lacrimosi, mal di gola, tosse lieve e febbre. Questo stadio dura da 1 a 2 settimane. Nei bambini molto piccoli possono verificarsi brevi periodi di assenza di respirazione.
Stadio convulsivo: La tosse diventa intensa e incontrollabile, associata a difficoltà respiratorie, vomito e – nei bambini piccoli – possibili periodi di apnea e colorito blu. Questo stadio può durare da 1 a 6 settimane o più.
Stadio della convalescenza: Inizia di solito entro 4 settimane e vede un graduale miglioramento dei sintomi. Gli attacchi di tosse possono continuare per molte settimane o mesi.
Tra le complicanze più gravi vi sono la polmonite, le infezioni dell’orecchio e, raramente, disturbi neurologici che possono causare crisi convulsive e danni cerebrali. “La polmonite si sviluppa in circa un quarto dei bambini affetti, con conseguente difficoltà respiratoria”, spiega il Dott. Giuliano Piccoliori, Responsabile dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano.
Qual è stato l’aumento dei casi di pertosse negli ultimi anni?
Il 2024 si preannuncia l’anno peggiore per la pertosse dal 2016. In Europa si sono registrati oltre 25.000 casi nel 2023 e più di 32.000 solo nei primi tre mesi del 2024, registrando un incremento di oltre 10 volte rispetto agli anni 2022 e 2021. Si contano anche 19 decessi: 11 tra i lattanti e 8 tra gli over 60. In Italia, da gennaio di quest’anno, c’è stato un aumento dell’800% dei ricoveri rispetto allo scorso anno e si sono verificati tre decessi tra i neonati, tutti di età inferiore ai tre mesi. In Provincia di Bolzano negli ultimi sei mesi sono stati segnalati più di 100 casi di infezione. “Questo incremento è allarmante: i dati evidenziano una recrudescenza della malattia dopo anni di bassa incidenza, evidenziando la necessità di rinnovare gli sforzi di prevenzione e di puntare sulla vaccinazione contro la pertosse in Alto Adige”, afferma il Dott. Giuliano Piccoliori.
Cosa dovrebbero fare i genitori se sospettano che il loro bambino abbia la pertosse? Cosa dovrebbe fare un adulto che riscontra sintomi di pertosse?
I genitori dovrebbero rivolgersi al loro Pediatra di Libera Scelta per far visitare il bambino, gli adulti dovrebbero consultare il Medico di Medicina Generale. “Il medico sospetterà la pertosse in base ai sintomi. La diagnosi si fa nelle prime 3-4 settimane con un tampone nasale e in seguito con un esame del sangue”, illustra il Dott. Piccoliori, ricordando “che è essenziale intervenire tempestivamente per gestire i sintomi e prevenire la diffusione della malattia.”
Quali farmaci vengono utilizzati per il trattamento della pertosse?
Come ricorda il Dott. Piccoliori, ad oggi non esiste una terapia specifica per la pertosse e la terapia antibiotica modifica il decorso della malattia solo se viene iniziata nelle prime due settimane. Altrimenti serve solo a ridurre il periodo di contagiosità. “Nelle persone curate con antibiotici, il periodo di infettività termina circa 5 giorni dopo l’inizio della terapia, mentre nelle persone non curate la possibilità di contagiare gli altri dura fino a 3 settimane”, ricorda il Dott. Giuliano Piccoliori, Medico di Famiglia in Val Gardena. Per calmare la tosse si usano sciroppi antitosse. Inoltre è importante garantire un ambiente tranquillo e umidificato per alleviare i sintomi.
Come si trasmette la pertosse da persona a persona?
“Quando una persona infetta tossisce o starnutisce, piccole goccioline piene di germi vengono disperse nell’aria e chiunque si trovi nelle vicinanze può inspirarle e infettarsi. Per prevenire il contagio occorre quindi coprirsi la bocca e lavarsi spesso le mani. In presenza di altre persone, è consigliabile indossare una mascherina”, spiega il Dott. Giuliano Piccoliori. Questo è particolarmente importante in ambienti chiusi o affollati.
Perché è importante vaccinarsi contro la pertosse? A che età devono essere fatti i vaccini e i richiami per la pertosse?
“La vaccinazione è l’unico mezzo per proteggersi e proteggere i bambini, soprattutto i lattanti, da una malattia che nel primo anno di vita può essere pericolosa per la vita ed è comunque molto fastidiosa per l’intensità e la durata della tosse convulsiva anche negli adulti”, evidenzia il Dott. Giuliano Piccoliori. Il vaccino per la pertosse è parte del ciclo vaccinale obbligatorio e viene somministrato a partire dal secondo mese di vita con tre dosi entro il primo anno, una quarta dose a 5 anni e un richiamo tra gli 11 e i 18 anni. In età adulta, i richiami devono essere fatti ogni 10 anni insieme al vaccino per il tetano e la difterite. “È bene rivolgersi al proprio Medico di Famiglia per ricevere delle delucidazioni sulle modalità di somministrazione del vaccino”, aggiunge Piccoliori.
Perché le donne in gravidanza dovrebbero vaccinarsi contro la pertosse?
“I neonati, che sono più a rischio di complicazioni anche gravi, non sono protetti dall’infezione fino al compimento del secondo mese di età quando possono ricevere la vaccinazione. La vaccinazione della madre – intorno al settimo mese e comunque nel terzo trimestre di gravidanza – trasmette attraverso la placenta gli anticorpi che proteggono il neonato dall’infezione e soprattutto dal decorso grave nei primi mesi di vita”, illustra il Dott. Giuliano Piccoliori, Medico di Famiglia e Responsabile Scientifico dell’Istituto di Medicina Generale di Bolzano.
Il vaccino contro la pertosse dura per sempre?
“A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità acquisita in seguito all’infezione naturale o con la vaccinazione non è definitiva, ma diminuisce col tempo”, ricorda il Dott. Piccoliori. “Pertanto è essenziale seguire il calendario vaccinale e i richiami consigliati per mantenere una protezione adeguata contro la malattia, proteggere i più vulnerabili e ridurre la diffusione della malattia”, conclude Giuliano Piccoliori.
Importante da sapere: I singoli articoli del blog dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni…