Si sente dire spesso che la cannabis non crei dipendenza, soprattutto perché è una sostanza di origine naturale e il suo uso è sempre più diffuso, anche a scopo terapeutico. Tuttavia, le evidenze scientifiche raccontano una storia più complessa. Ne parla il sito d’informazione medico-sanitaria dottoremaeveroche.it.
Un articolo di Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Questo è un articolo tratto da dottoremaeveroche.it. Il sito offre alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e trasparente, e ai Medici strumenti comunicativi nuovi. Dottoremaeveroche.it collabora regolarmente con l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano per pubblicare e divulgare informazioni sanitarie.
È vero che il rischio di dipendenza è più basso rispetto a quello associato ad alcol, tabacco o altre droghe [1], ma l’uso abituale di cannabis può comunque portare allo sviluppo di una vera e propria dipendenza, soprattutto tra i più giovani. È quindi importante saper distinguere tra uso occasionale e uso problematico.
Dottore, ma la cannabis può davvero creare dipendenza?
Sì, anche se non tutti coloro che la usano sviluppano dipendenza. Si stima che questa possibilità riguardi in media un consumatore su dieci [2,3]. La dipendenza da cannabis è riconosciuta come una condizione clinica, detta anche “disturbo da uso di cannabis”.
Si manifesta con un bisogno crescente di consumarla, difficoltà a smettere nonostante gli effetti negativi, e sintomi di astinenza come irritabilità, disturbi del sonno e ansia quando si prova a smettere [3,4].
È più pericolosa per i giovani?
Sì. Il cervello degli adolescenti è ancora in sviluppo, e l’uso precoce e regolare di cannabis può interferire con funzioni importanti come la memoria, l’attenzione e la capacità di apprendimento. Alcuni studi hanno collegato l’uso regolare in età giovanile a un aumento del rischio di disturbi psichiatrici, come ansia, depressione e psicosi, in persone predisposte [5].
Inoltre, il rischio di sviluppare un disturbo da uso di cannabis è maggiore nelle persone che iniziano a usare cannabis durante la giovinezza o l’adolescenza e in quelle che la usano più frequentemente [2,6].
E la cannabis usata per motivi medici?
In alcuni Paesi, compresa l’Italia, la cannabis può essere prescritta per alleviare sintomi legati a malattie come sclerosi multipla o dolore cronico. In questi casi viene usata sotto controllo medico, con dosaggi stabiliti e per un periodo definito. Il rischio di sviluppare dipendenza in questo contesto è teoricamente minore, ma non nullo [7,8].
Dottore, come ci si accorge se si è diventati dipendenti?
La dipendenza non si misura solo dalla quantità usata, ma dal modo in cui la sostanza incide sulla vita quotidiana. Alcuni segnali da non sottovalutare sono:
- L’uso sempre più frequente;
- Il pensiero fisso sulla sostanza;
- La difficoltà a svolgere attività senza farne uso;
- I tentativi falliti di smettere [3,6]
Se si sospetta un problema, è utile parlarne con un medico o con un centro per le dipendenze, dove si possono ricevere informazioni e supporto specifico.
Bibliografia
- 1 . Nutt D, King LA, Saulsbury W, et al. “Development of a rational scale to assess the harm of drugs of potential misuse”. Lancet 2007;369(9566):1047-53
- 2 . Istituto Superiore di Sanità. “Cannabis e cannabinoidi”. Pubblicato il 5 giugno 2019
- 3 . World Health Organization. “The health and social effects of nonmedical cannabis use”. Pubblicato l’11 novembre 2016
- 4 . Mayo Clinic. Marijuana”. Pubblicato il 10 agosto 2023
- 5 . Volkow ND, Baler RD, Compton WM, Weiss SRB. “Adverse health effects of marijuana use”. N Engl J Med 2014;370(23):2219-27
- 6 . Centers for Disease Control and Prevention (CDC). “Marijuana and public health”. Ultimo aggiornamento: 15 febbraio 2024
- 7 . Leung J, Chan GCK, Hides L, Hall WD. “What is the prevalence and risk of cannabis use disorders among people who use cannabis? a systematic review and meta-analysis”. Addict Behav 2020;109:106479
- 8 . Gendy MNS, Taisir R, Sousa S, et al. “Prevalence of cannabis use disorder among individuals using medical cannabis at admission to inpatient treatment for substance use disorders”. Addict Behav 2023;142:107667
Autore
Fabio Ambrosino ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Dal 2016 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per siti di informazione e newsletter in ambito cardiologico. È particolarmente interessato allo studio delle opportunità e delle sfide legate all’utilizzo dei social media in medicina.
Importante da sapere: I singoli articoli del blog dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni…