Il ruolo della comunicazione nel settore medico diventa sempre più importante. Dialogo e reciprocità costituiscono un paradigma centrale della cura. “La fiducia e il rispetto reciproco migliorano la qualità delle cure e arricchiscono medici e pazienti. L’ascolto attivo e la cooperazione creano un ambiente di cura più efficace e umano”, afferma il Dott. Giuliano Piccoliori, Responsabile Scientifico dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano. Una campagna di sensibilizzazione dell’Istituto e un nuovo libro – pubblicato dalla rinomata casa editrice Il Mulino – mirano a promuovere una ‘Etica della reciprocità’.
Il principio di reciprocità nella cura medica
“È importante che il paziente sia componente attivo nel percorso di cura, perché il rapporto tra curante e curato è necessariamente asimmetrico. Il medico detiene conoscenze che il paziente non possiede, ma il paziente vive sintomi che spesso racconta in rapporto al vissuto psicologico e sociale”, spiega il Prof. Giovanni Guandalini, Docente di Medicina Fisica e Riabilitativa presso il Polo Universitario delle Professioni Sanitarie Claudiana di Bolzano. “La relazione di cura si basa sulla fiducia reciproca, sul rispetto delle reciproche competenze e aiuta il medico a capire nel dettaglio le reali problematiche del paziente favorendo un approccio non solo olistico ma ‘sartoriale’ alla diagnosi e terapia dei problemi del paziente”, aggiunge il Dott. Giuliano Piccoliori, Medico di Famiglia in Val Gardena e Responsabile Scientifico dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health. Secondo Piccoliori, il paziente – percependo l’interesse reale del medico ai suoi problemi – è più propenso a seguirne le indicazioni e a partecipare attivamente al proprio percorso di cura.
Una migliore interazione tra medico e paziente
L’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano già nel 2022 ha lanciato l’iniziativa dal titolo ‘12 consigli per una visita medica ben riuscita’ per migliorare la comunicazione tra pazienti e medici. Nell’estate e nell’autunno 2024 questa campagna, che prevede la distribuzione di opuscoli e manifesti, verrà ripresa per fornire suggerimenti pratici e incoraggiare i cittadini a utilizzare al meglio le proprie capacità comunicative.
“I pazienti possono dare un contributo molto importante alla riuscita di una visita medica. Il paziente deve essere portato a maturare la consapevolezza che è lui l’esperto della sua malattia o del suo malessere e che il medico è il suo consulente”, dice il Dott. Giuliano Piccoliori. “Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma. Come ogni ‘esperto’, il paziente può prepararsi all’incontro con il medico, facendo mente locale sui propri disturbi, così da riferire con esattezza manifestazioni, tempi d’insorgenza e caratteristiche. Di grande importanza per il medico sono anche le opinioni e le aspettative dei pazienti che essi dovrebbero riferire senza reticenze nel contesto di un dialogo aperto che non escluda anche eventuali disagi psicosociali”, sottolinea il Dott. Piccoliori.
La reciprocità come duplice beneficio per pazienti e medici
Come ricorda il Prof. Fulvio Longato, Ordinario di Filosofia all’Università di Trieste, “nella sua etimologia greca e latina, ‘cura’ (therapeia) significa ascoltare e preoccuparsi sollecitamente per l’altro. Siamo curati dagli altri e curiamo gli altri, con diverse capacità. Le nostre relazioni sono sempre reciproche, sono un dare e avere asimmetrico, poiché siamo tutti diversi. Fossimo tutti uguali, non avremmo nulla da dare e da ricevere: saremmo autosufficienti – un’isola appunto”. Secondo il Prof. Giovanni Guandalini, medico-fisiatra, “facilitando un rapporto di reciproca fiducia il paziente sentendosi accolto, capito e considerato maggiormente nella sua interezza aderisce in maggior misura alla cura proposta. Mettere il paziente in posizione non solo ricettiva è condizione necessaria per ridurre il rischio di errore medico, ma anche permette un incontro gratificante per entrambi, rasserenante dalle comprensibili paure e preoccupazioni, facilitante l’accompagnamento nel percorso di cura”, evidenzia il Prof. Guandalini. “Una relazione di reciprocità rende consapevole il medico della possibilità di imparare dal paziente che cura, di crescere professionalmente diventando più efficace e di arricchirsi anche come persona”, dice Guandalini. Come osserva il Dott. Giuliano Piccoliori, la reciprocità comporta una personalizzazione della comunicazione con il singolo paziente. “Ciò impedisce che questa relazione diventi eccessivamente meccanica e ripetitiva. Al tempo stesso essa favorisce una pratica medica che valorizzi l’individualità del paziente e stimola anche la crescita professionale del medico”, ribadisce Piccoliori.
Autonomia e solidarietà nelle relazioni di cura
Le relazioni di cura non sono slegate dalle interrelazioni umane nel contesto della nostra società. “L’autonomia personale è costituita dalle nostre relazioni, quindi è un’autonomia relazionale. La capacità di scegliere in prima persona, sviluppare capacità emotive, riflettere e avere fiducia in sé stessi, interagendo responsabilmente con gli altri, inizia alla nascita e continua nelle varie fasi della vita in un contesto di cura”, illustra il Prof. Fulvio Longato, componente del consiglio scientifico di Health Humanities dell’ateneo di Trieste. “La solidarietà interpersonale è aiutare senza obblighi legali, creando una simmetria che riconosce le differenze. Nel rapporto medico-paziente, questo legame è essenziale. La simmetria si basa sul non-sapere: il medico non conosce il vissuto del paziente, e il paziente non ha le conoscenze mediche. L’umiltà e l’ascolto sono fondamentali – con il paziente che si fida del medico e il medico che unisce competenza tecnica e cura personale”, spiega il Prof. Longato.
Far nascere una ‘comunità terapeutica’
“L’approccio reciproco di cura come disposizione a prendersi cura dell’altro è alla base della comunità terapeutica”, afferma il Prof. Fulvio Longato, che aggiunge: “Il rapporto di cura e il dialogo tra operatore della salute e paziente sono riflesso dell’atteggiamento di cura prevalente a livello sociale. La responsabilità delle istituzioni, l’importanza delle politiche sanitarie a sostegno delle pratiche di solidarietà che si originano dal basso va fortemente rimarcata affinché si consolidi un clima generale di reciprocità. La comunità terapeutica tra operatore della salute e paziente può fungere da esempio proattivo di comunità di cura a livello sociale.”
Creare una ‘Etica della reciprocità’
“Sin dai tempi antichi”, osserva Longato, “diverse prospettive filosofiche hanno evidenziato la dimensione costitutiva della cura e della relazionalità per l’esser-persona. Molti filosofi e soprattutto filosofe si dedicano alla ‘filosofia della cura’. Un ruolo dello stile filosofico è quello di esplicitare i presupposti e gli assunti impliciti nelle varie pratiche di cura, contribuendo a chiarire i significati dei termini impiegati e le implicazioni di natura etica.” Longato ricorda il principio ‘Una salute, un’etica’ che invita a integrare vari approcci etici, trattando le persone come individui unici, ribadendo che “un’etica improntata sulla reciprocità genera un beneficio che si diffonde nella comunità e diventa inter-esse di tutti.”
Tre volumi dedicati al connubio ‘cura e reciprocità’
Il Prof. Giovanni Guandalini, assieme al medico-geriatra e bioeticista clinico Valter Giantin, ha inaugurato una collana in tre volumi dedicata al connubio ‘cura e reciprocità’ e ai molti saperi per un contributo dialogico sulla reciprocità. “L’idea è nata in seguito a momenti di confronto con un amico disabile in cui ci chiedevamo se l’esperienza della disabilità contenesse in sé qualche elemento di reale verità dell’uomo. Tra le varie considerazioni, mi disse che secondo la sua esperienza la disabilità facilitava la reciprocità nelle relazioni. Da lì cominciai a ripensare alla mia vita professionale e umana, scoprendo che avevo ‘dato’, ma anche ‘ricevuto’. Ne parlai all’amico-collega Giantin e insieme decidemmo di iniziare a sviluppare il tema della reciprocità nel mondo della cura sanitaria e in altri ambiti.” Tra i vari ambiti ci sono anche quelli della bioetica e della filosofia, a dimostrazione del fatto che l’analisi del connubio ‘cura e reciprocità’ necessita della cooperazione tra diverse discipline, come sottolinea il Prof. Fulvio Longato, che ha contribuito in veste di autore. “La collaborazione interdisciplinare richiede maggiore competenza nella propria disciplina. Ciò permette di esaminare la propria prospettiva attraverso i punti di vista degli altri saperi. Vi è un altro aspetto degno di particolare considerazione: ciascun esponente dei diversi saperi deve essere disposto ad assumere la posizione di disciplina guida e soprattutto di disciplina ausiliaria relativamente al problema da affrontare”, ribadisce Longato. A dicembre di quest’anno verrà pubblicato il terzo volume che concluderà la collana edita dalla prestigiosa casa editrice Il Mulino.
Importante da sapere: I singoli articoli del blog dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni…