Quali sono le ragioni dello scetticismo vaccinale nella popolazione altoatesina e quali sono le categorie degli scettici? L’Istituto di Medicina Generale voleva trovare una risposta a queste domande.
Il tasso vaccinale dell‘Alto Adige si colloca nel contesto nazionale, sia per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie per i bambini che per la vaccinazione anti Covid-19 agli ultimi posti. Nell’intento di sondarne le ragioni e far luce sui motivi dello scetticismo locale verso i vaccini, l’Istituto di Medicina Generale della Scuola Provinciale Superiore di Sanità Claudiana, in collaborazione con l’Istituto provinciale di statistica ASTAT, ha recentemente condotto un’indagine a campione sul tema delle vaccinazioni. I risultati del sondaggio evidenziano che le malattie croniche, associate all’età avanzata, accrescono nelle persone la propensione a sottoporsi al vaccino contro il Coronavirus. Nessuna influenza sulla disponibilità a farsi vaccinare hanno invece altruismo e sesso di appartenenza.
L’indagine
Nei mesi di marzo e aprile 2021, l’Istituto di Medicina Generale della Scuola Provinciale Superiore di Sanità Claudiana ha realizzato in collaborazione con l’Istituto provinciale di statistica ASTAT un’indagine per campione sul tema delle vaccinazioni. L’ASTAT ha pubblicato i suoi risultati poco prima dell’estate (https://astat.provincia.bz.it/it/news-pubblicazioni-info.asp?news_action=4&news_article_id=656217). L’Istituto di Medicina Generale ha rielaborato i risultati dello studio dal punto di vista medico-scientifico. “L’indagine si prefiggeva di comprendere le ragioni dello scetticismo vaccinale nella popolazione altoatesina e di caratterizzare i gruppi di scettici”, spiega Verena Barbieri, responsabile dello studio e membro del team di ricerca.
Più di 4.000 cittadini adulti sono stati selezionati in modo casuale e invitati per posta a partecipare al questionario online; hanno partecipato effettivamente allo studio 1.425 persone (con un tasso approssimativo di risposta del 32%).
L’indagine si prefiggeva di comprendere le ragioni dello scetticismo vaccinale nella popolazione altoatesina e di caratterizzare i gruppi di scettici.
Verena Barbieri, responsabile dello studio e membro del team di ricerca
Vaccinazione anti Covid-19
“Farebbe la vaccinazione contro il Covid-19?”: l’84% dei partecipanti allo studio ha risposto Sì a questa domanda. A fine agosto 2021, a titolo di confronto, solo il 68% della popolazione adulta dell’Alto Adige risultava essersi vaccinato con almeno una dose. Questa differenza tra la propensione al vaccino e l’effettiva esposizione al trattamento è osservabile in tutte le fasce d’età, spiega Giuliano Piccoliori, responsabile scientifico dell’Istituto.
Una possibile spiegazione a questo pronunciato divario potrebbe risiedere nel gruppo dei soggetti guariti da Covid-19.
Giuliano Piccoliori, responsabile scientifico dell’Istituto
“Una possibile spiegazione a questo pronunciato divario potrebbe risiedere nel gruppo dei soggetti guariti da Covid-19 a cui si consiglia di sottoporsi a vaccinazione non prima di sei mesi dall’avvenuta guarigione. Considerando nella valutazione del sondaggio solo le risposte positive date dai partecipanti che dichiarano di non essersi ancora ammalati di Covid-19, la differenza tra vaccinati e propensi a vaccinarsi si riduce al 3%”, precisa Piccoliori.
Secondo la responsabile dello studio Verena Barbieri, l’indagine mostra che i malati cronici dichiaravano più spesso di volersi vaccinare, rispetto alle persone non affette da malattie croniche. I sostenitori del vaccino, inoltre, si informerebbero più frequentemente sugli aspetti della protezione vaccinale: mentre il 62% dei favorevoli al vaccino dichiarava di cercare spesso informazioni sui nuovi vaccini anti Covid-19, la percentuale tra i contrari al vaccino anti Covid-19 che affermano di informarsi frequentemente sarebbe limitata al 27%. Un atteggiamento positivo nei confronti delle vaccinazioni obbligatorie aumenta significativamente la propensione vaccinale anti Covid-19, mentre il credo nelle teorie complottiste ha un impatto negativo sulla propensione vaccinale anti Covid-19.
Le variabili altruismo (senso di responsabilità per il bene comune), benessere individuale, resilienza e livello diistruzione scolastica, d’altra parte, non influirebbero sulla propensione vaccinale anti Covid-19, come emerge dalla valutazione dei dati dell’inchiesta. Agli interpellati si era chiesto di segnalare anche eventuali orientamenti politici, ma i dati raccolti non hanno evidenziato differenze significative.
Al crescere dell’età aumenta anche la propensione a farsi vaccinare. Ciò è fortemente correlato alla presenza di una malattia cronica. Anche i soggetti conviventi con pazienti a rischio di Covid-19 tendono maggiormente a vaccinarsi rispetto alle persone provenienti da contesti a minor rischio di malattia.
La fiducia nelle fonti di informazione
Come già accennato in precedenza, la fiducia nelle fonti di informazione ha un ruolo particolarmente rilevante nel determinare l’approccio individuale verso la vaccinazione anti Covid-19. Essa è generalmente più alta fra i sostenitori del vaccino che fra i contrari. Stando ai risultati dell’indagine, la fiducia verrebbe maggiormente riposta nelle informazioni fornite da personale sanitario, seguite dalle informazioni provenienti da istituzioni locali come la Protezione Civile e l’Azienda Sanitaria, ma anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Meno affidabili vengono invece considerate dal campione intervistato le informazioni provenienti da TV e giornali. In fondo alla lista si trovano i social media e gli influencer.
Le motivazioni che spingono a farsi inoculare il vaccino anti Covid-19 emergono con chiarezza dai risultati dell’indagine: oltre il 90% dei sostenitori di questo vaccino ha dichiarato nel sondaggio di volersi vaccinare perché convinto che si possa così arginare la pandemia e perché gli sarebbe stato consigliato di vaccinarsi. Gli oppositori al vaccino anti Covid-19, invece, fornivano sostanzialmente tre ragioni a sostegno della loro contrarietà: l’incognita degli effetti a lungo termine (91%), l’orientamento al profitto dell’industria farmaceutica (73%) e l’innovazione dei vaccini a mRNA (72%). “Queste risposte riflettono il timore che, sviluppati sullo sfondo della minaccia pandemica e degli interessi di profitto dell’industria farmaceutica, i nuovi vaccini non siano stati sufficientemente testati”, sintetizza Christian Wiedermann, internista e collaboratore scientifico presso l’Istituto di Medicina Generale.
Confronto tra vaccinazione anti Covid-19 e vaccinazioni obbligatorie
Alle/Ai partecipanti al sondaggio con figli in età prescolare è stato chiesto se fossero d’accordo con le vaccinazioni obbligatorie già previste per i bambini. La risposta al quesito ha evidenziato analogie tra i soggetti contrari agli attuali vaccini anti Covid-19 e quelli contrari alle vaccinazioni obbligatorie nei bambini. La scarsa fiducia nutrita verso le fonti di informazione ufficiali e l’approccio verso le teorie complottiste sono equiparabili.
La valutazione dei risultati dell’indagine ha evidenziato tuttavia punti di differenziazione fra i due gruppi, per esempio la raccolta di informazioni: i contrari all’obbligo vaccinale tendono ad essere scettici nei confronti di ogni genere di informazione. Gli oppositori del vaccino anti Covid-19 si dichiarano invece scettici nel valutare le informazioni provenienti dai media e nell’aderire alle raccomandazioni ufficiali per la vaccinazione.
Anche tra i sostenitori della vaccinazione anti Covid-19 e quelli delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini si notano differenze di atteggiamento: mentre il 62% dei sostenitori del vaccino anti Covid-19 cerca informazioni sulla vaccinazione almeno una volta alla settimana, solo il 17% di quelli a favore della vaccinazione obbligatoria lo fa nello stesso intervallo di tempo.
Conclusioni
Stando alla responsabile dello studio, Verena Barbieri, il sondaggio evidenzierebbe che le informazioni sulla vaccinazione vengono recepite in modo assai differente. I favorevoli al vaccino anti Covid-19 si informerebbero più frequentemente rispetto ai contrari al vaccino. I primi inoltre avrebbero anche più fiducia nelle informazioni ricevute. Tra i contrari alla vaccinazione prevarrebbe invece la sfiducia verso le fonti di informazione correnti e la convinzione che, nel comunicare con i cittadini, i politici tacciano su molti aspetti.
Per aumentare la fiducia nella vaccinazione tra gli altoatesini, il team di ricerca suggerisce di condurre una campagna di informazione più mirata ai gruppi target e su solide basi scientifiche. Pare opportuno coinvolgere maggiormente nella trasmissione e scambio di informazioni gli esponenti delle professioni sanitarie e della Protezione Civile.
La provincia e l’azienda sanitaria offrono alla popolazione informazioni complete sui vaccini: https://www.vaccinazioneanticovid.it/it. L’Istituto di Medicina Generale supporta i medici d fornendo informazioni scientificamente fondate.
Importante da sapere: I singoli articoli del portale sanitario online dell’Istituto di Medicina Generale non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni