Dal 2019 l’Istituto di Medicina Generale si dedica alla formazione di futuri Medici di Medicina Generale e alla ricerca. Il team di ricerca ha l’obiettivo di ottimizzare l’assistenza primaria in Alto Adige e di sviluppare nuove priorità per l’assistenza sanitaria di base. Una conversazione con il Responsabile Scientifico dell’Istituto di Medicina Generale, Dr. Giuliano Piccoliori.
Giuliano Piccoliori, Lei possiede un’esperienza pluridecennale come Medico di Famiglia. Come riesce a conciliare il Suo lavoro quotidiano a contatto con i pazienti con la Sua attività di ricerca?
Dr. Piccoliori: L‘attività di ricerca consiste primariamente nella raccolta di dati della propria attività clinica e di fornirli alla direzione dello studio. Se si documenta la propria attività con programmi gestionali adeguati in maniera corretta e completa, l’impegno supplementare dovuto alla partecipazione a progetti di ricerca si mantiene entro limiti accettabili.
In compenso partecipare a progetti di ricerca, oltre a dare un contributo all’aumento delle conoscenze, ti rende più consapevole del tuo lavoro, fa emergere eventuali lacune, ti spinge a migliorare le tue competenze e la tua professionalità e quindi la qualità dell’assistenza ai tuoi pazienti. Diverso è invece l’impegno per chi deve concepire, organizzare e condurre progetti di ricerca. Per un Medico di Medicina Generale a tempo pieno come il sottoscritto è possibile solo grazie al sostegno di validi collaboratori che si fanno carico della maggior parte dei compiti operativi, come stesura dei documenti necessari, parere del comitato etico, arruolamento ed addestramento dei medici partecipanti, raccolta, elaborazione ed interpretazione dei dati, pubblicazione e disseminazione degli stessi.
In compenso partecipare a progetti di ricerca, oltre a dare un contributo all’aumento delle conoscenze, ti rende più consapevole del tuo lavoro, fa emergere eventuali lacune, ti spinge a migliorare le tue competenze e la tua professionalità e quindi la qualità dell’assistenza ai tuoi pazienti.
Grazie all’attività di ricerca, l’Istituto di Medicina Generale vorrebbe migliorare le cure mediche primarie. Su quali approcci di ricerca si sta concentrando l’Istituto per raggiungere questo obiettivo?
Dr. Piccoliori: Sono diversi gli ambiti di ricerca su cui si concentra l’attività di ricerca dell’Istituto. In primo luogo intende realizzare e promuovere la ricerca sui processi di diagnosi e cura in Medicina Generale (Versorgungsforschung). Questo significa studiare criticamente come vengono affrontati dai Medici di Medicina Generale i problemi di salute dei loro assistiti, evidenziare eventuali criticità, verificare l’applicazione e l’applicabilità delle linee guida e dell’Evidence Based Medicine, della medicina basata sulle prove d’efficacia, alla pratica clinica, alla real practice. Fare ricerca in Medicina Generale significa anche però produrre conoscenza adattando i risultati dei trial, degli studi scientifici, spesso realizzati in ambiti specialistici ed ospedalieri, alla popolazione generale ed al nostro setting assistenziale a bassa prevalenza e basso contenuto tecnologico. Un altro ambito di ricerca per noi fondamentale è la relazione medico-paziente che è lo strumento principe e peculiare del Medico di Famiglia e che non solo gli consente di approcciare i problemi dei suoi assistiti con un’ottica bio-psico-sociale ma anche di essere egli stesso “farmaco” come ben aveva compreso il psicoanalista ungherese Michael Balint. Altri ambiti di ricerca per noi strategici sono la fragilità, la cronicità e le cure palliative e domiciliari.
Il Medico di Famiglia nel corso di un anno vede il 70% dei propri assistitici, in tre anni conosce praticamente tutti i suoi assistiti, che corrispondono fedelmente alla popolazione generale. Per questo motivo è il più importante “raccoglitore” di dati sanitari, di informazioni sullo stato di salute della popolazione.
I Medici di Medicina Generale soni i primi interlocutori per i cittadini. Quale importanza riveste la ricerca scientifica basata sul contatto quotidiano diretto con varie tipologie di pazienti?
Dr. Piccoliori: Il Medico di Famiglia nel corso di un anno vede il 70% dei propri assistitici, in tre anni conosce praticamente tutti i suoi assistiti, che corrispondono fedelmente alla popolazione generale. Per questo motivo è il più importante “raccoglitore” di dati sanitari, di informazioni sullo stato di salute della popolazione. La maggior parte degli interventi terapeuticiavviene a livello delle cure primarie, delle cure che erogano i medici difamiglia. Tutti gli interventi preventivi e curativi devono basarsi suirisultati della ricerca, una ricerca che non può venire solo dagli ospedalio dai laboratori, ma deve essere svolta anche sul campo. Teniamo conto poiche, oltre ad essere condotta per almeno il 70% dall’industria farmaceutica, si svolge quasi esclusivamente su popolazioni altamente selezionate, senza altre malattie e senza politerapia, più giovani rispetto alla media degli stessi pazienti nella popolazione generale. La ricerca in medicina generale invece si svolge naturalmente sui pazienti reali, nel loro contesto di vita quotidiana, pazienti per esempio più anziani, e con più malattie e terapie multiple. L’importanza della ricerca in Medicina Generale risiede proprionel fatto che serve a verificare l’applicabilità dei risultati dei granditrial specialistici alla popolazione reale e costituisce quindi un ponte tra l’Evidence Based Medicine dei trial specialistici e la Reality Based Medicine della pratica clinica quotidiana.
Quali esperienze dei Medici di Medicina Generale possono essere un valore aggiunto per la ricerca medica?
Dr. Piccoliori: I Medici di Medicina Generale portano con sé l’enorme bagaglio di conoscenza longitudinale, cioè prolungata nel tempo dei propri pazienti. Essi imparano a conoscerne non solo la storia clinica ma anche in partequella personale che ad essa è strettamente intrecciata. Inoltre vivono quotidianamente le dinamiche di rapporto con i propri assistiti con tutte le loro problematiche non dissimili dalle altre relazioni umane ma che però influenzano in maniera importante la qualità dell’assistenza. Il Medico di Medicina Generale che si trova ad affrontare un vastissimo spettro di problemi non avendo a disposizione strumenti tecnologici che lo supportino nella diagnosi (esami di laboratorio, radiografie, TAC, risonanzemagnetiche) è esposto continuamente a possibili errori di valutazione ma al tempo stesso viene stimolato non solo a migliorare ed aggiornare costantemente le sue conoscenze e competenze, ma anche a ricercare delle strategie che lo aiutino a minimizzare il rischio di errore e incrementare quindi la qualità dell’assistenza fornita ai propri pazienti.
L’Istituto si occupa anche della formazione speciale dei Medici di Medicina Generale per la Provincia di Bolzano. Perché è importante la presenza di un tale centro di formazione sul territorio altoatesino?
Dr. Piccoliori: La normativa nazionale prevede che la formazione dei futuri Medici di Medicina Generale venga organizzata a livello di regioni e province autonome. Purtroppo non è ancora equiparata ad corso di specialità come intutto il resto dell’Europa perché in Italia non è ancora considerata una disciplina accademica, nonostante se ne parli da decenni. E’ importante che la formazione dei Medici di Famiglia si svolga nei nostri ospedali e presso i nostri Medici di Famiglia accreditati per il tutoraggio, perché in questo modo gli specializzandi imparano a conoscere il sistema sanitario locale, le sue risorse e gli operatori sanitari, medici e non medici, con i quali in futuro saranno chiamati a collaborare, per offrire ai propri pazienti un’assistenza il più possibile integrata tra ospedale e territorio. Inoltre, soprattutto per i colleghi che vengono da fuori provincia e che intendono stabilirsi qui, è indispensabile per conoscere la cultura ed il tessuto sociale della nostra provincia con le sue tante peculiarità.