Nei primi mesi del 2023 l’Istituto di statistica della Provincia Autonoma di Bolzano ASTAT, in collaborazione scientifica con l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano, ha svolto un’indagine campionaria su opinioni e comportamenti delle cittadine e dei cittadini relativamente alla pandemia di COVID-19 e alle vaccinazioni, oltre che in merito al ricorso alle medicine alternative.
Per la propria salute e il proprio benessere psicofisico è molto diffuso in Alto Adige il ricorso alla medicina alternativa, anche se la soddisfazione nei confronti dei medici di medicina convenzionale è alta. Diffusi anche yoga e tecniche di rilassamento. Il periodo pandemico ha lasciato un certo scetticismo verso le decisioni prese per aumentare la copertura vaccinale e ancor maggiori dubbi sulla possibile dannosità del vaccino anti-covid19 anche tra chi si è vaccinato. La visione del mondo complottista rimane la variabile che più spiega il differente livello di collaborazione che il paziente presta nel seguire più o meno scrupolosamente le prescrizioni mediche.
Il 25% ha fatto ricorso all’omeopata e all’osteopata
Una persona su quattro ha fatto ricorso, almeno una volta nella vita, all’omeopata. Altrettanti si sono rivolti all’osteopata. Vengono consultati, benché da quote inferiori, anche professioniste e professionisti specializzati in medicina naturopatica, agopuntura e chiropratica.
Alla medicina alternativa si ricorre comunque con cadenza non frequente: le persone che l’hanno utilizzata solo anni fa superano in tutte le tipologie quanti vi si sono rivolti nell’ultimo anno.
L’86% è soddisfatto del medico “convenzionale”
Al medico “convenzionale” ci si rivolge in molti casi anche più volte l’anno. Mentre l’86% rimane soddisfatto (molto o abbastanza utile) del medico convenzionale, tale percentuale
scende al 75% per osteopata e naturopata, raggiungendo valori inferiori per gli altri servizi, dove si registrano circa due utenti soddisfatti su tre.
Più della metà della popolazione altoatesina assume integratori come vitamine o minerali (rispettivamente 55% e 39% nell’ultimo anno). Diffusi (30% circa) i rimedi omeopatici e la fitoterapia. A parte i rimedi omeopatici, gli altri prodotti vengono acquistati più frequentemente in auto-prescrizione.
Per la propria salute e per il proprio benessere psicofisico si ricorre anche alla preghiera (36%, con cadenza molto frequente), a tecniche di rilassamento (30%), allo yoga (24%) ed alla meditazione (20%). Più rari gli esercizi di movimento energetico, quali Qi-Gong e Tai-Chi, mentre vengono praticati dall’8% gli esercizi di visualizzazione (si allena la mente ad affrontare una situazione) e le attività artistiche ai fini terapeutici. Una persona su 30 ha partecipato a riti collettivi di guarigione.
Il 46% pensa che il vaccino contro il COVID-19 possa essere dannoso
Il 29% delle persone non è – o almeno più no che sì – convinto che il vaccino possa aiutare a contenere la diffusione del COVID-19. Lo scetticismo sale al 36% nei confronti di un obbligo generale delle vaccinazioni previste dal piano nazionale vaccini
Sempre una persona su tre, con un parallelismo quasi perfetto, non ha visto di buon occhio quanto deciso dalle autorità ai fini di incrementare la copertura del vaccino anti-COVID-19, né le decisioni prese per realizzare il piano delle vaccinazioni obbligatorie.
Lo scetticismo verso il vaccino anti-COVID emerge con ancor più evidenza quando si scopre che il 46% è abbastanza convinto che tale vaccinazione possa essere dannosa perché i rischi a lungo termine non sono noti. I valori delle risposte nel centro della scala sono peraltro elevati: a riprova della diffusione dei dubbi sulla sicurezza di questi preparati.
Il lungo periodo pandemico, con tutto il dibattito che ha comportato, non ha sostanzialmente cambiato i pareri sulle vaccinazioni in generale: il 15% che le vede con più favore di prima (viste le conseguenze che un’epidemia può avere) è quasi compensato dal 10% che è oggi più contrario di prima.
Complottismo e peggioramento del proprio tenore di vita alla base dello scetticismo verso il vaccino contro il COVID-19
Una regressione volta a far luce sui “motivi” delle diverse opinioni sull’utilità del vaccino anti-COVID-19, che utilizza come regressori soprattutto variabili psicologiche, suggerisce le variabili: 1. visione del mondo “complottista” (confermando le conclusioni dell’analoga indagine ASTAT “Covid-19 e vaccinazioni: opinioni e comportamenti dei cittadini – Marzo-aprile 2021”) e 2. peggioramento economico dell’intervistato.
Le due variabili suddette fanno diminuire la fiducia verso tale farmaco. Anche la variabile “altruismo” risulta significativa, ma in tale caso il contributo è in direzione di una crescita delle opinioni positive.
La variabile “spiritualità” è troppo legata alle altre (direttamente ad altruismo e complottismo, inversamente al benessere) e la derivante inflazione di varianza ne suggerirebbe l’esclusione dal modello. Il gruppo linguistico di per sé, depurato dall’influenza degli altri fattori, non è poi così determinante. Il modello nel suo complesso è significativo, ma la varianza spiegata è bassa.
Download dell’indagine e di tutte le tabelle:
https://astat.provincia.bz.it/it/news-pubblicazioni-info.asp?news_action=4&news_article_id=675907
Importante da sapere: I singoli articoli del blog dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni…