Le conseguenze psicologiche a lungo termine della pandemia da COVID-19 per bambini e adolescenti sono ancora avvertibili. Lo studio COP-S (“Corona e Psiche in Alto Adige/Südtirol”), che negli ultimi anni ha documentato sviluppi preoccupanti, entra ora nella sua quarta fase di rilevazione. Dal 24 marzo al 13 aprile 2025 genitori e giovani potranno compilare un questionario online.

Gli obiettivi dell’indagine 2025
L’acronimo ‘COP-S’ sta per ‘Corona e Psiche in Alto Adige/Südtirol’. La quarta rilevazione COP-S si concentra sugli effetti psicosociali a lungo termine della pandemia da COVID-19. “I dati delle precedenti indagini mostrano chiaramente che disturbi psicosomatici e i segnali di ansia e problemi comportamentali non sono diminuiti dopo la pandemia. In alcuni casi sono addirittura aumentati“, illustra la Dott.ssa Verena Barbieri, Ricercatrice di Biostatistica presso l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano e Responsabile dello studio COP-S. In Germania le ricerche più recenti indicano che i segnali di disturbi d’ansia e depressione sono aumentati in modo significativo rispetto al periodo pre-pandemico. L’indagine di quest’anno, realizzata nuovamente con il supporto delle Intendenze scolastiche dei tre gruppi linguistici dell’Alto Adige, esaminerà in particolare l’impatto dei digital media sulla salute mentale, la relazione tra stress scolastico e benessere psicologico e l’influenza dei fattori familiari sulla psiche. Si cercheranno anche di identificare fattori protettivi che possono favorire la resilienza psicologica negli adolescenti. “Studi suggeriscono che un uso eccessivo dei media digitali possa essere associato a problemi psicologici come depressione, disturbi d’ansia e problemi del sonno”, ribadisce il Prof. Christian Wiedermann, Internista e Coordinatore dei progetti di ricerca dell’Istituto Medicina Generale e Public Health. Tuttavia, Wiedermann mette in guardia da una drammatizzazione generalizzata dei rischi legati all’uso dei digital media: “Non si tratta di demonizzarli, ma di promuovere un uso equilibrato dei media digitali per attenuare le possibili conseguenze negative del loro consumo”, sottolinea Wiedermann. “Il nostro studio COP-S 2025 non vuole solo evidenziare i problemi esistenti, ma anche proporre soluzioni e strategie di intervento per supportare la politica e la società della Provincia di Bolzano nello sviluppo di adeguate misure preventive”, aggiunge la Dott.ssa Barbieri.
I risultati delle tre precedenti indagini
Alle prime tre indagini – condotte negli anni 2021, 2022 e 2023 – hanno partecipato tra le 6.000 e oltre 9.000 famiglie. “L’Istituto di Medicina Generale ha potuto dimostrare con i dati raccolti che i segnali di disturbi d’ansia, problemi comportamentali e sintomi depressivi non solo sono aumentati nel corso della pandemia e poi rimasti stabili, ma è stato possibile anche identificare gruppi particolarmente vulnerabili”, illustra la Dott.ssa Verena Barbieri. Le categorie più colpite risultano essere i figli di genitori con problemi psicologici, i figli di genitori single e, in parte, i bambini con background migratorio. Un altro dato allarmante: le ragazze sono più colpite da disturbi d’ansia rispetto ai ragazzi. “Esiste una stretta correlazione tra un maggiore consumo dei media digitali e i problemi mentali. Per questo motivo l’indagine del 2025 approfondirà questo aspetto”, spiega Barbieri. Particolarmente problematico è l’impatto dei media digitali sull’immagine di sé e sulla percezione del corpo da parte degli adolescenti. “Studi internazionali dimostrano che i disturbi alimentari sono fortemente legati al consumo di digital media, soprattutto tra le ragazze, e che dall’inizio della pandemia questi disturbi sono notevolmente aumentati”, evidenzia Barbieri.
La pandemia è ancora un tema tra i giovani dell’Alto Adige
“Molti bambini e adolescenti avvertono ancora il peso della pandemia da COVID-19”, afferma la Dott.ssa Barbieri. “I risultati degli anni passati hanno mostrato che in Alto Adige i segnali di disturbi d’ansia (27%) e problemi comportamentali (28%) non hanno registrato un calo dopo la fine dell’emergenza pandemica nel 2023”. Il Prof. Christian Wiedermann vede la necessità di intervenire: “Gli effetti a lungo termine della pandemia su bambini e adolescenti non devono essere sottovalutati. Preoccupa soprattutto il fatto che molti bambini continuano a riferire stress, ansie per il proprio futuro e un aumento del carico psicologico”, avverte il Coordinatore dei progetti di ricerca dell’Istituto.
L’indagine COPSY in Germania
Uno sguardo rivolto alla Germania rivela un’evoluzione analoga. “I risultati dello studio COPSY, condotto dalla Clinica universitaria di Amburgo-Eppendorf – la cui 8a rilevazione avrà luogo nell’autunno del 2025 – attestano che la salute psichica di bambini e adolescenti ha subito un significativo deterioramento durante la pandemia da COVID-19”, spiega il Prof. Wiedermann. Benché negli anni successivi (2022/23) si sia osservata una parziale ripresa, i livelli di disagio psicologico permangono superiori a quelli registrati prima dell’emergenza pandemica. Particolarmente vulnerabili si rivelano i bambini e i giovani che nutrono profonde inquietudini per il loro futuro, in quanto essi presentano un rischio accresciuto di sviluppare problematiche di natura psicologica. “Poiché le prime due rilevazioni dello studio COP-S, realizzato in Alto Adige, hanno evidenziato tendenze simili a quelle dello studio germanico, è ragionevole supporre che anche in Provincia di Bolzano si manifestino analoghe conseguenze a lungo termine”, sottolinea Wiedermann.

Partecipazione all’indagine in Alto Adige
La 4a rilevazione dello studio “Corona e Psiche in Alto Adige” sarà condotta in modalità elettronica dal 24 marzo al 13 aprile 2025. “La raccolta dei dati avverrà in forma anonima attraverso un questionario online”, spiega la Dott.ssa Verena Barbieri. Il questionario verrà inviato ai genitori di tutti gli scolari e studenti delle scuole pubbliche altoatesine tramite le tre Intendenze scolastiche. Esso sarà accessibile tramite un apposito link e potrà essere compilato in lingua italiana o in lingua tedesca. La prima parte del questionario dovrà essere compilata da uno dei genitori. “Nel caso in cui il figlio abbia già compiuto l’11° anno di età, gli sarà consentito rispondere personalmente ad alcune domande successive al questionario riservato ai genitori. Il tempo necessario per la compilazione è stimato in circa 10-15 minuti per i genitori e 10 minuti per i ragazzi”, spiega la Dott.ssa Verena Barbieri. Ogni famiglia è invitata a partecipare una sola volta alla rilevazione, poiché il sistema selezionerà in modo casuale uno dei figli per il quale saranno formulate le domande. “Un’elevata partecipazione è fondamentale per ottenere dati affidabili e rappresentativi, nonché per trarre conclusioni chiare e scientificamente fondate”, così Barbieri. I risultati dello studio costituiranno una base imprescindibile per l’elaborazione di misure politiche e sociali adeguate.
L’importanza dell’educazione alla salute nelle scuole
Le tre rilevazioni dello studio COP-S condotte sinora in Alto Adige hanno fornito elementi di conoscenza essenziali per l’attuazione di interventi mirati in ambito educativo. “I servizi di consulenza psicologica nelle scuole sono stati potenziati e le offerte di sostegno socio- pedagogico sono state rafforzate, così da rispondere in maniera adeguata alle accresciute esigenze di bambini e ragazzi”, afferma il Prof. Christian Wiedermann. A suo avviso, i dati obiettivi raccolti dallo studio COP-S evidenziano altresì la necessità di promuovere con maggiore incisività le competenze in materia di salute tra i membri più giovani della nostra società. “Diviene imprescindibile integrare l’educazione alla salute nei programmi scolastici, ponendo l’accento su tematiche quali la nutrizione e l’attività fisica, ma anche la salute mentale e l’uso oculato dei digital media”, ribadisce Wiedermann. “La scuola rappresenta un luogo centrale per la prevenzione e la promozione della salute”, aggiunge la Dott.ssa Barbieri. “È proprio tra i banchi di scuola che bambini e adolescenti possono imparare a riflettere criticamente sui propri comportamenti legati alla salute e a sviluppare una maggiore consapevolezza in merito al proprio benessere psico-fisico. Anche i genitori, di conseguenza, approfondiscono con maggiore attenzione e sensibilità queste tematiche. L’ambiente scolastico è anche il contesto in cui le trasformazioni sociali si palesano con maggiore tempestività. La scuola è dunque il luogo ideale per l’elaborazione di misure preventive. Le strategie di prevenzione risultano più efficaci quando concepite nel quadro di una proficua sinergia tra il sistema sanitario e quello educativo, così da poter essere implementate con successo”, conclude la Dott.ssa Verena Barbieri.
Importante da sapere: I singoli articoli del blog dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano non vengono aggiornati. Il contenuto si basa su ricerche e prove scientifiche disponibili al momento della pubblicazione. Le informazioni sanitarie online non possono sostituire un consulto medico personale. Le consigliamo di consultare il Suo Medico di Medicina Generale per eventuali problemi di salute. Ulteriori informazioni…